Ubaldo Villani-Lubelli
Dopo la morte di un mito

Il riassunto del 900

Dal nazismo all'unione europea: Günter Grass ha incarnato un secolo di passioni, di colpe, di contraddizioni e di riabilitazioni. Ma un secolo irrimediabilmente finito. Il silenzio seguito alla sua morte ne è una dimostrazione

La scomparsa di Günter Grass chiude il Novecento tedesco. Nessun autore e intellettuale ha segnato la cultura e la società tedesca dello scroso secolo quanto il premio Nobel scomparso lunedì scorso. Naturalmente c’è anche Thomas Mann, certamente superiore per vastità e varietà di produzione, ma Mann era un intellettuale in qualche modo espressione di un’altra Germania, più ottocentesca. Grass incarna la Germania dal Nazismo all’Unione Europea. Aderì, appena diciassettenne al Nazismo, fu un intellettuale di sinistra impegnato durante l’intera vicenda della Repubblica Federale Tedesca, si spese a favore di Willy Brandt, manifestò tutta la sua contrarietà alla riunificazione tedesca e, più di recente, con due poesie “politiche” prese posizioni scomode in Germania, a favore della Grecia (La vergogna dell’Europa) e contro il mercato di armi e sottomarini tra il governo tedesco e Israele (Ciò che deve essere detto). Grass ha sempre avuto il ruolo dell’intellettuale che prende posizione.

La sua stessa vita è un romanzo. L’ho visto una sola volta nella mia vita, nella sede del Partito Socialdemocratico Tedesco, nella Willy-Brandt-Haus, in occasione della presentazione dei discussi diari in cui rivelava di aver aderito (giovanissimo e, forse, inconsapevole) al Nazismo. Mi impressionarono i tedeschi che lo stavano ad ascoltare, in silenzio religioso. Lo amavano e lo ammiravano più di qualunque altro scrittore vivente, non c’erano dubbi.

Il suo romanzo più bello è unanimemente considerato Il tamburo di latta (Blechtrommel, del 1959), che non solo è una pietra miliare della letteratura tedesca, ma è una romanzo che ha avuto un valore simbolico enorme dal punto di vista culturale e politico. Günter Grass, con questo straordinario romanzo, è riuscito a far riappacificare il popolo tedesco con la loro lingua, dopo l’abisso della Shoah. «Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio», è l’incipit del Tamburo di latta che segna l’inizio della rinascita culturale della Germania del secondo dopoguerra. Come ha ricordato la Zeit, Il tamburo di Latta è stato a livello culturale ciò che la vittoria del mondiale di calcio del 1954 (il celebre “miracolo di Berna”) è stata a livello sociale. La Germania e i tedeschi si sentirono riabilitati, si sentirono nuovamente vivi e consapevoli che un’intera grande tradizione e storia non potevano essere stati cancellati dalla follia hitleriana.

La morte di Günter Grass chiude un’epoca ed è una grande perdita per la società tedesca. Ma la Germania di oggi è molto diversa da quella vissuta da Grass. È più moderna, più multiculturale, più flessibile, europea e cosmopolita, forse lo stesso Grass non si riconosceva più. Un’altra epoca è già iniziata.

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