Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Fiabe del dolore

Non ha pubblicato alcun libro Sabrina Crivelli, solo poche liriche su una rivista seria. I suoi versi sono riconoscibili per la cristallina fragilità della loro durezza...

Un’algida vertigine, memoria e sentimento raggelati in nome del verso, e tramutati in una sorta di fiaba. Versi brevi, incantanti, di cristallina semplicità, come il suono di un carillon, il contrario della poesia sentimentale, autoreferenziale. Una goccia del fuoco azzurro che alimentò i versi della Dickinson, grande poeta che non mi risulta tra i maestri o i prediletti di Sabrina Crivelli. Ma ciò, ovviamente, non è essenziale: esistono costellazioni di affinità, in poesia.

Sabrina Crivelli, alla soglia dei trent’anni, una laurea in economia e una in letteratura, lavora da almeno dieci anni, tenacemente, sulla poesia. Non ha pubblicato alcun libro, solo poche liriche su una rivista seria. A differenza di tanti, troppi poeti della sua generazione, che spesso, purtroppo, prima cercano lo spazio editoriale e poi il verso, Sabrina lavora da tempo alla ricerca di una poesia metricamente classica ma nello stesso tempo naturale, affronta i grandi maestri di lingua latina, greca, gli autori inglesi e francesi, si imbeve di Ariosto e Vita nuova, ha organizzato un suo calderone-laboratorio. Il libro nascente, una sorta di poema, sarà rilevante. Almeno così credo. Questa lirica, facente parte di un gruppetto cronologicamente precedente, ancora larvale seppur già visibile, mi pare comunque riconoscibile per la cristallina fragilità della sua durezza. Fredda visione, dolore tramutato in fiaba in versi. Si sente lo stupore della lingua poetica.

 

La Notte

“Ti costruirò un trono”,

ti dissi,

“di nuvole notturneù

cosicché tu possa risplendere,

stasera”.

 

Quanta solitudine

mi raccontarono allora i tuoi occhi,

mentre la strada

scorreva veloce.

 

Ma poi, dimentico,

tornasti in te

e la tua immagine

si gonfiò, di nuovo,

fino a colmare

l’intero universo.

 

Intanto,

un artiglio di una luna arcigna

rosseggiava,

come una lama

coperta di sangue rappreso.

Sabrina Crivelli

 

 

 

 

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