Nicola Bottiglieri
Lo scrittore chiocciola/2

La vertigine del mondo

L’espressione “avere i piedi per terra”, sorprendentemente, ricorda le tecniche di navigazione delle navi vichinghe, quando non esistevano le carte geografiche e si calcolavano i fondali con le pertiche

La chiocciola non è solo il mollusco gasteropode invertebrato che si muove fra piante e fiori dopo la pioggia a 7/8 metri all’ora e che quando non piove aderisce per settimane in uno stesso luogo, secca, scontrosa, secernendo nel guscio gli umori che la fanno vivere. La chiocciola è anche velocissima, istantanea, vertiginosa. Perchè essa è anche il segno della posta elettronica @ e di Internet in generale. Anzi è il segno più efficace per indicare la vertigine del mondo moderno.

L@ chiocciol@ è un animale reale e immaginario, lento e velocissimo, capace di stare fermo giorni interi, settimane in un solo punto ma anche trovarsi allo stesso tempo in qualsiasi parte del mondo. Tuttavia sono solo gli italiani a vedere nel segno @ una chiocciola, altri popoli vedono cose diverse: i finlandesi una coda di gatto, i russi un cagnolino, i cechi un’ aringa, gli ungheresi un bruco, gli ebrei uno strudel, i turchi una rosa, i greci un piccolo papero, gli spagnoli un’anfora. E allora perché gli italiani vi vedono una chiocciola? Quando Ray Tomlison usò nel 1971 per l’indirizzo mail quel simbolo, non pensava che ognuno l’avrebbe interpretato a modo suo. Soprattutto non pensava che gli italiani vi avrebbero visto una chiocciola. Però io credo che davvero gli italiani abbiano visto giusto, perché la @ ricorda come nel mondo di Internet gli uomini debbano avere sempre i piedi per terra e la testa fra le nuvole. Meglio l’addome, proprio come i molluschi invertebrati. Lo spazio è lento ma il tempo è veloce, sopratutto quello della vita. Internet fa correre la chiocciola ma questa ricorda a tutti che abbiamo i piedi per terra ed un labirinto sulle spalle. Perciò il problema da risolvere per uno scrittore viaggiatore è che può anche camminare a trecento chilometri all’ora purché resti aderente alla terra. Questo problema fino ad ora lo hanno risolto solo i costruttori di gomme delle auto da corsa. I veri filosofi del mondo moderno sono i gommisti della Ferrari che riescono a tenere a terra una macchina lanciata a 300 chilometri. Considerano il battistrada come una teoria filosofica, ogni scanalatura uno sguardo sul mondo, l’ampiezza del cordolo ricerca di una verità assoluta, la qualità della gomma l’unica verità per la quale vale la pena combattere.

Mi piace l’espressione “avere i piedi per terra”. Ricorda le tecniche di navigazione delle navi vichinghe, quando non esistevano le carte geografiche. Mentre la urca avanzava in mari sconosciuti, quando non vi erano riferimenti né in cielo né sul mare, si sondava il fondale con una pertica o un uncino per prelevare qualche residuo di sabbia, conchiglie, alghe o pietre e si comparava quello che si era trovato sul fondo con i racconti dei marinai più esperti: dopo tanti giorni di navigazione troverete sabbia bianca, pezzi di roccia, conchiglie rosse, alghe, sassi levigati, il relitto di un vecchio naufragio, ecc. ecc. Questo significava per i popoli del nord navigare con una nave che aveva i piedi per terra.

Anche io, quando uso questa tecnica vichinga non mi perdo, anzi faccio sempre delle scoperte prodigiose. Che diffondo come se fossero personalissimi colpi di genio. Questo mi capita quando navigo sulla nave Internet ed esploro con il bastone di Google il fondo melmoso della rete. Per capire, ad esempio, il vero significato dell’espressione “avere i piedi per terra” ho rimestato il fondo ed ho scoperto che essa viene usata per indicare: un programma televisivo sull’agricoltura, è in contrapposizione a chi “ha la testa fra le nuvole”, è lo slogan di un comitato contro la costruzione dell’aeroporto di Viterbo, è il titolo di una canzone dei Modena City Ramblers, negozio di abbigliamento per i ballerini di ogni tipo di danza, filmato sulla distrofia muscolare, nome di un blog chiamato “sognatrice con i piedi per terra”, titolo di un articolo di Repubblica che racconta come a Milano il caldo sciolga il catrame e le persone restino incollate per terra, la posizione per evitare di prendere la scossa quando si scende dalla macchina, una espressione dei calciatori, dei saccenti, politici, rettori delle Università, ecc.ecc. Non è meraviglioso tutto ciò? Chi altro riuscirebbe a pensare tutta questa ricchezza di una frase? Chi, se non il caso, la successione spontanea, l’ordine del capriccio, può arricchire il significato di una parola, di una vita, di un viaggio? Eppure, anche se il numero dei neuroni che abbiamo nel cervello è superiore alle stelle della galassia e le possibilità che ci dà Internet di conoscere il mondo sono quasi infinite, noi elaboriamo una idea alla volta, abbiamo sempre e solo una idea fissa e camminiamo guardando la punta delle nostre scarpe! Ci comportiamo sempre come chiocciole ombrose, canute e chiuse che quando iniziano un nuovo percorso facendo 7/8 metri all’ora, leggono con l’addome le rugosità che la strada gli pone.

Avere i piedi per terra, dunque, non tutti riescono a farlo! Il bello è che anche Internet ha i piedi e questi si trovano esattamente per terra. Non solo la rete, ma anche la posta elettronica, facebook e tutti gli italiani che usano questi gingilli condominiali hanno i piedi per terra, ma non lo sanno, fanno finta di non saperlo o forse non lo hanno capito ancora. Quando ho scoperto questa verità ho capito che la chiocciola di Internet mangia velocità e digerisce lentezza, fa l’amore con il tempo, scambia i piedi con la testa. Aderisce alla terra come la chiocciola, ma vola in alto come il pensiero. Del resto una tecnologia che rompe lo spazio non può che scardinare il tempo, che a quel punto vola come un pipistrello, un vampiro o un teschio con le ali.

La ragione è che nell’indirizzo mail è stato messo fra il nome e il dominio il segno @. Non è meraviglioso che alla velocità più veloce del mondo moderno, fare arrivare in tempo reale le nostre parole, le immagini o le musiche all’altro lato del mondo, sia stato messo il nome dell’animale più lento che esista? Appunto, la chiocciola che striscia, sbava, corre, mangia con l’addome per terra, portando il labirinto sulle spalle?

Cosa significa il simbolo @ ? Fu inventato dai monaci amanuensi nel medioevo per abbreviare AD (ad diem) che stava a significare la data, ossia questo documento è stato scritto il tale giorno. Non c’era bisogno di specificare il luogo, perché i monaci amanuensi viaggiavano poco, ma bisognava specificare il giorno in cui era stato redatto il documento, perché i giorni, come sappiamo, corrono uno dietro l’altro e quando sono lontani si confondono. Quindi @ significa: anche se stiamo fermi nella stessa stanza, nello stesso posto, il tempo scorre incessante sotto i piedi come un tapis roulant. Possiamo abolire lo scorrere dello spazio chiudendoci in una stanza ma non quello del tempo. Che cammina da solo, come il fiume o la pioggia: l’acqua corre sovrana e forma laghi nei cimiteri, pantani nelle sale d’attese degli aeroporti, pozzanghere alle fermate dell’autobus, paludi nelle lunghissime ore di volo che ti portano da Roma alla fine del mondo.

I monaci, dunque, furono gli inventori del tempo moderno. E se uno ricorda, che la prima abbazia fu fondata a Cassino da San Benedetto nel 529 dove nacquero i primi amanuensi, è molto probabile che ad inventare il segno @ siano stati proprio i monaci benedettini di Monte Cassino! Che è poi il luogo dove insegno da più di 15 anni…

(2. continua)

Clicca qui per leggere la prima parte del saggio

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