Nicola Bottiglieri
La prima parte di un saggio inedito

Lo scrittore chiocciola

Gli occhi sopra le antenne guardano oltre il proprio corpo, oltre l’orizzonte: chi fa letteratura di viaggio è come la lenta camminatrice della terra. Con questo scritto, l'italianista Nicola Bottiglieri inizia a collaborare con Succedeoggi

La letteratura di viaggio deve viaggiare nella rete. Gli antichi reporter viaggiavano a piedi, a cavallo, in carrozza, poi con l’invenzione del motore a scoppio usarono il treno, la nave, l’automobile, infine l’aereo. A ben vedere ad ogni mezzo di locomozione ha corrisposto una diversa tecnica di scrittura: la penna, il telegrafo, la telescrivente ed oggi, grazie ad Internet, la mail. Domani avremo l’ologramma, quando la figura e le parole del reporter arriveranno insieme a casa del lettore. Al quale racconterà di persona quello che ha visto, anche se il suo corpo è lontano mille miglia dalla casa dove appare. Oggi in Italia non siamo arrivati a tanto, ma ci siamo molto vicini. Infatti, cos’è youtube che permette di familiarizzare con un luogo prima di conoscerlo e google earth che te lo fa vedere dall’alto prima d’arrivarci, come faceva Giove con i guerrieri greci sotto le mura di Troia? A cosa servono google maps, il telefonino, facebook, il GPS, il very chip, ecc. ecc.? Strumenti che permettono di vedere oltre l’orizzonte, di andare lontano portandoti la casa appresso, di non farti perdere nelle strade del mondo, vincere l’angoscia del vuoto, in definitiva essere capaci di trasformare ogni viaggiatore in turista. Oggi con le tecnologie legate alla comunicazione mentre avanziamo in qualsiasi punto delle terra, possiamo sapere tutto quello che sta succedendo alle nostre spalle, a casa nostra. Anzi possiamo essere localizzati in ogni momento, proprio come fa Dio con i suoi figli reietti.

Perciò viene da chiedersi cosa significhi oggi viaggiare o meglio, qual è il “punto di vista” dello scrittore viaggiatore, come egli costruisca e pubblichi i libri di viaggio ed infine qual è l’immagine che più gli si addice per intendere il suo rapporto con i luoghi, la storia, la geografia?

Forse l’immagine che più si addice a questo “sedentario senza fissa dimora” è quella della chiocciola. Il piccolo animale che vive sui muri, sotto le foglie, dentro i tombini. Il dizionario recita che la chiocciola è un mollusco gasteropode polmonato terrestre pregiato come cibo sin dai tempi antichi, fornito di una conchiglia elicoidale in cui può raccogliere tutto il corpo. Ha sulla testa quattro antenne retrattili, due per gli occhi, le altre due per sentire l’ambiente. La bocca ha una lingua rugosa, radula. Fornito d’ambo i sessi, si congiunge bisessualmente con l’altro individuo.

Se rileggiamo questa definizione e pensiamo all’odierno scrittore viaggiatore tutto ci sembrerà più chiaro: gli occhi posti sopra le antenne guardano oltre il proprio corpo, oltre l’orizzonte, le altre due antenne sono cieche ma non insensibili, infatti raccolgono informazioni sul mondo circostante. Quando cammina aderisce con l’addome al terreno, perciò conosce tutte le sue asperità, i solchi e le pietre di cui è cosparso, infine può portare la casa appresso, la conchiglia, come un piccolo, laborioso labirinto. Definizione di Conchiglia: sf. Guscio di forme svariate e di formazione calcarea, secreto dall’animale, univalve o bivalve, spesso avvolto a spirale, variamente colorato, che protegge il corpo di molti molluschi. Per la bellezza di alcuni esemplari, l’architettura inimitabile, la preziosità e l’eleganza dei colori, le conchiglie sono usate come ornamento della persona e della casa. Soggetti classici della pittura e della poesia: «O conchiglia marina,\ figlia della pietra e del mare biancheggiante,\ tu meravigli la mente dei fanciulli» (Alceo, tradotto da Salvatore. Quasimodo).

Il guscio è costruito dalla chiocciola attraverso una sostanza che essa stessa secerne chiamata conchiolina. Perciò se il mollusco si costruisce il labirinto da solo, nel quale si chiude quando è in pericolo, possiamo dire che anche lo scrittore può costruirsi un labirinto da solo nel quale chiudersi per proteggersi dal mondo. I labirinti sono capaci di far perdere chi vi penetra, ma proteggono anche chi debole vi si rinchiude. Se gli uomini hanno il vestito, gli animali la pelliccia,la chiocciola la propria conchiglia, niente di male che lo scrittore viaggiatore si carichi il suo labirinto e vi penetri per proteggersi, quando ne ha bisogno. Uno scrittore senza labirinto è viscido e sgraziato come la chiocciola senza guscio, la limaccia, che uno tocca solo con la punta delle scarpe ma non prende mai fra le dita. Lo scrittore ha sempre a portata di mano il filo d’inchiostro per trovare la via d’uscita dal labirinto, salvo poi restarvi impigliato.

La conchiglia della chiocciola è composta dalla bava solidificata, la conchiolina. Lo scrittore non secerne la conchiolina, però il suo corpo accumula anni, perciò costruisce il suo labirinto attraverso il tempo che vive. Un labirinto ma di tempo. 50 anni, cinquanta stanze, 65 anni, sessantacinque stanze! Il labirinto che si porta sulle spalle non è fatto di dure sostanze, mattoni, pietre o calcare ma di una materia più preziosa del sangue, ossia di tempo, perché il sangue si può comprare, ma il tempo non ha prezzo. I giorni dell’anno, posti l’uno sull’altro nel corso della vita prima diventano poltiglia con la memoria, poi si induriscono con l’oblio e quando diventano nostalgia o rimpianto si organizzano in pareti, tetto, finestre. L’anno successivo vi sarà una nuova stanza e la vita la aggiungerà alle altre. Così lo scrittore viaggiatore giorno dopo giorno costruirà il suo labirinto, dal quale poi egli a volte non sa più come uscire. Come i ragni quando s’impigliano nella propria trama.

La bava serve alla chiocciola per scivolare sul terreno, senza ferire l’addome. Anche questa immagine della chiocciola che conosce il terreno con l’addome e nel procedere secerna una bava argentea può dare lo spunto per una teoria della letteratura di viaggio: la bava è il rigo lasciato dalla scrittura, risultato del contatto con la terra. Più aspro è il terreno, più bava secerne. La lentezza della chiocciola è la lentezza della scrittura, ma il colore brillante che lascia è lo splendore inesauribile dell’inchiostro. La bava-inchiostro, poiché è fatta dalla stessa sostanza della conchiglia, a volte diventa un vero e proprio labirinto….

(1. continua)

Accanto al titolo, un’opera di Antonello Blandi

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