Wilma Labate
La scomparsa di un mito

Ricordo di Anita

La regista Wilma Labate racconta un incontro con Anita Ekberg sul set della sua opera prima, "Ambrogio": «Il mio piccolo film aveva nel cast una grande star, un’icona»

Ho conosciuto Anita Ekberg sul set del mio primo film Ambrogio nel 1990. Avevo lottato molto per riuscire a esordire nel cinema e finalmente mi apprestavo a “battere il primo ciak”. La storia era ambientata a cavallo del 1960 in una Roma ancora provinciale ma vicina agli anni del boom che la trasformeranno radicalmente. Anna Ambrogi, una giovanissima Francesca Antonelli al debutto, decide di frequentare l’istituto nautico, scuola tradizionalmente maschile, per diventare Capitano di lungo corso e lavorare a bordo di navi mercantili. Anna, subito soprannominata Ambrogio dagli increduli compagni di scuola, insegue un sogno di libertà poco consono alle ragazze della sua epoca ma riesce a conseguire il diploma e a partire alla volta di Lisbona per trovare un ingaggio. E proprio a Lisbona, struggente porto di mare affacciato sull’oceano, in un clima incupito dal dittatore Salazar, incontrerà una ex armatrice che l’aiuterà a trovare  un ingaggio a bordo di una vecchia carretta che trasporta grano.

Anita Ekberg era la malinconica armatrice, derubata delle sue belle navi da un marinaio per il quale aveva perso la testa. Mi sembrava l’attrice perfetta per quel ruolo e lei non esitò ad accettare. Sentivo che ci veniva volentieri sul mio set, che le piaceva il ruolo e la giovanissima protagonista; si mise a disposizione del film senza reticenze, con gentilezza e professionalità, malgrado i rischi di un’opera prima, di un budget povero, di una storia bizzarra e della fama che aveva di diva capricciosa. Il mio piccolo film aveva nel cast una grande star, un’icona.

Al termine delle riprese, Anita che non varcava la soglia di casa senza essere passata per le mani del truccatore, un lavoro eterno di cui non riuscivo a rendermi conto, portò all’attonita protagonista un enorme fascio di fiori. Indossava un vestito di chiffon verde chiaro, non un costume di scena, dello stesso colore degli occhi e un sontuoso cappotto di velluto blu. Era bellissima.

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