Tina Pane
A Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli

A nord di Caravaggio

Una bella mostra rende omaggio a Tanzio da Varallo, maestro piemontese della fine del Cinquecento che lavorò a lungo a Napoli ed ebbe forti legami con Michelangelo Merisi

Il vero nome è Antonio D’Enrico, nato a fine ‘500 da famiglia numerosa di artisti nello sperduto, piemontese nord di Alagna Valsesia. Il soprannome Tanzio pare sia una storpiatura del patronimico Giovanni, da cui Hans, d’Anz e poi per sempre Tanzio; Varallo è il luogo, sempre in Valsesia, dove ha iniziato a operare. Una buona occasione per conoscere questo pittore, considerato tra i massimi artisti del Seicento, ce la offre la mostra Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pittura a Napoli nel primo Seicento, allestita nello splendido Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, sulla centralissima via Toledo. A voler fare il pelo al titolo, c’è subito da osservare che sono solo due le opere esposte, entrambe intitolate Il martirio di Sant’Orsola (nella foto sotto), a testimoniare in maniera diretta ed efficace l’incontro tra i due artisti, mentre è più puntualmente sviscerato il confronto tra Tanzio e altri artisti attivi all’epoca nel Viceregno, come Battistello Caracciolo, Louis Finson, Carlo Sellitto, Filippo Vitale e il Cavalier D’Arpino. In ogni caso la mostra racconta in maniera precisa un segmento importante del percorso artistico di Tanzio che, lasciata la sua terra, arriva a Roma nel 1600, viene a contatto con il nuovo linguaggio pittorico adottato da Caravaggio e trascorre i successivi quindici anni tra Roma, appunto, Napoli e l’Abruzzo.

caravaggio martirio-di-santorsola-caravaggioNella mostra sono messe a confronto circa trenta opere, metà delle quali firmate da Tanzio e le altre dagli artisti citati sopra; il visitatore, dopo aver seguito il documentario appositamente realizzato che racconta le vicende principali della carriera artistica di Tanzio da Varallo, può soffermarsi a notare similitudini e differenze di opere gemelle nel tema, come Davide con la testa di Golia (nella foto accanto al titolo) o Il martirio di San Lorenzo.

Le opere sono esposte nel salone principale a piano terra di Palazzo Zevallos, sapientemente oscurato per l’occasione, in modo da dare il giusto pathos alle quattro grandi pale d’altare che, poste al centro della scena, sono i pezzi forti della mostra. L’effetto è di grande impatto e il visitatore, una volta spinta la grande porta a vetri che separa l’atrio dal salone, si sente disposto a quel naturale, religioso silenzio di quando si varca l’ingresso di una chiesa. Le restanti opere, di formato più piccolo, sono invece dislocate in un percorso a semicerchio alle spalle del salone, che finisce con l’accesso al monumentale scalone d’onore che porta al piano superiore dell’edificio.

tanzio da varallo caravaggio3Qui, e la digressione è d’obbligo, oltre al già richiamato Martirio di Sant’Orsola, il visitatore può ammirare la bella collezione permanente che rende Palazzo Zevallos Stigliano meritevole di visita a prescindere dalla mostra. Circa centoventi tra dipinti e sculture sono esposti in sale riccamente decorate, attraversando le quali si fa un rapido excursus in circa tre secoli d’arte, spaziando da Bernardo Cavallino a Luca Giordano, da Van Vittel al vedutismo, da Giacinto Gigante alla scuola di Resina, a Gemito, a Morelli. La ricchezza e la varietà delle opere esposte in uno spazio così raccolto; le decorazioni, i marmi, gli affreschi e gli stucchi; le vetrate liberty, i busti, la musica d’epoca in sottofondo: tutto concorre a creare un’esperienza museale di alto livello. Attraversando gli ambienti di un edificio finito di costruire nel 1639 e rimaneggiato e arricchito dalle varie famiglie che lo hanno posseduto, si ha la sensazione di fare un viaggio nel passato, di sentire la voce di Farinelli che qui ha cantato per la prima volta, di affacciarsi a un balcone della facciata principale per veder scorrere la processione del carnevale o del Corpus Domini.

tanzio da varallo caravaggio1Tornando nell’affollatissima via Toledo, storica strada oggi a fortissima vocazione commerciale, il trauma è forte. Fa piacere però constatare che un folto gruppo di turisti è in fila per entrare. Cercano Tanzio, troveranno molto di più.

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