Teresa Maresca
Una storia della Sergio Bonelli

Caravaggio a fumetti

Giuseppe De Nardo, Giampiero Casertano e Arianna Florean raccontano la storia dell'assassinio di Caravaggio a fumetti: quasi come in un (bel) film splatter

Chi ama i fumetti sa che non c’è lettura estiva più rilassante, che ci si trovi sotto l’ombrellone tra la calca di agosto, oppure in montagna, al riparo da un fresco acquazzone, o in casa propria, vista la crisi. Ma se non avete mai letto un fumetto, e siete uno dei raffinati e colti fruitori di Succedeoggi, sono certa di consigliarvi un ottimo inizio: Uccidete Caravaggio! è l’ultima uscita di una collana di Sergio Bonelli, dal titolo “Le Storie”. Per i pochi che non lo sanno, Sergio Bonelli è l’editore di Tex, il texas ranger, nato nel 1948, che per primo, tra i fumetti italiani, assume le difese dei nativi, gli “indiani d’America”, essendo anche capo dei Navajo. Tex, o “Aquila della notte”, secondo il nome della tribù, aveva sposato una donna navajo, la bellissima Lilith, morta di vaiolo per una coperta contaminata , dono dei “visi pallidi”. Da Lilith Tex ha avuto un figlio, Kit, chiamato così in onore del pard di Tex, il brusco Kit Carson. Ma questa è un’altra lunga storia.

Oltre al mitico Tex, la casa editrice pubblica diverse altre collane, con molti altri personaggi fortunati, e da quasi due anni anche queste “Storie”, in cui grandi sceneggiatori e illustratori riscrivono appassionanti avventure, o, per dirla con l’editore, «i racconti che avrebbero sempre voluto scrivere». Li si trova facilmente in edicola, oppure meglio nell’angolo dei fumetti e delle graphic novels di una buona libreria.

uccidete caravaggioUccidete Caravaggio! è la storia dell’assassinio del grande pittore barocco. Qui il testo è di Giuseppe De Nardo, che costruisce la sua documentata sceneggiatura delineando personaggi vivi come fossero teatrali, anzi forse bisognerebbe usare il termine cinematografico “splatter”, visto il sangue che sgorga copioso dalle tele del pittore e dagli sbudellati nei suburbi delle città in cui la vicenda si svolge. L’illustrazione è affidata a Giampiero Casertano, uno storico disegnatore bonelliano, e alla colorista Arianna Florean. L’ambientazione è straordinaria, il quartiere romano dell’Ortaccio, dove nel ‘600 vivevano prostitute e malfattori di ogni genere, ma anche la rocca di Malta, da cui Caravaggio fugge dopo essere stato rinchiuso, o la spiaggia dove trova la morte. Ma sono bellissimi anche i corpi delle prostitute, i visi degli uomini da taverna, i modelli nello studio del pittore…

Emerge potente il carattere del Merisi, la stupefacente bellezza dei suoi quadri, tale da sciogliere il cuore del sicario più incallito, e da far adirare la Chiesa committente per il realismo dei piedi callosi o per la crudezza della scena in cui Matteo è chiamato da Cristo tra gli usurai che contano i soldi sul tavolo. Ci sono otto tavole in cui il protagonista, alla ricerca di Caravaggio, si trova nella chiesa di Santa Lucia, a Siracusa, e di fronte al quadro Il seppellimento di Santa Lucia, che Caravaggio dipinse nel1608, pensa: «…un dipinto pervaso da una luce tenebrosa, di fronte al quale chi osserva è attonito testimone di un’azione che si svolge davanti ai suoi occhi, qui, ora. (…) nei dipinti di Caravaggio non c’è la bellezza della vita celeste, non c’è la purezza, né la luce radiosa della santità. Caravaggio ci dice che il bene, il male, le passioni, i sentimenti, la violenza e la pietà sono di questo mondo». Anche Roberto Longhi, il critico che ridiede a Caravaggio il posto che gli spettava nella Storia dell’Arte del mondo, dopo due secoli di oblìo, avrebbe apprezzato questa sintesi.

la pazienza del destinoMa, se sono riuscita a convertirvi ai fumetti, leggete anche la Storia noir La pazienza del destino: l’illustrazione di copertina allude a un famoso quadro di Hopper, ma dietro al bancone del bar notturno ci sono Humprey Bogart col whiskey in mano e Marilyn che si ritocca il rossetto. E infatti il protagonista, l’ex poliziotto che si aggira tra i vicoli bui della metropoli anni ’50, ha la faccia di Humprey, anche se l’ispirazione di questa Storia è da cercarsi nel Chandler de Il grande sonno, il cui protagonista cinematografico era invece Bob Mitchum l’indimenticato. Autore e illustratore di questa storia sono Paola Barbato e Giovanni Freghieri.

Se amate avventure ancora diverse, ecco come Alessandro Bilotta racconta il Nobody che ha scritto per le illustrazioni di Pietro Vitrano: «Il protagonista di questo viaggio parte alla ricerca di se stesso. È un’idea ispirata dal marinaio per eccellenza, Ulisse, quando dice al ciclope Polifemo di chiamarsi Nessuno. Questo aggettivo fa al caso mio perché rappresenta l’idea di qualcuno che deve trovarsi perché, appunto, non è. Per me la principale fonte d’ispirazione e interesse rimane il personaggio vittima di un’ossessione». In Nobody, che è un viaggio per mare, il protagonista salpa da un’Inghilterra di fine ‘800 e trova spaventosi mostri marini, isole, affascinanti isolane salvatrici, ma soprattutto ritrova le ossessioni e i ricordi che credeva di aver lasciato in patria.

Per ultimo (ma “Le Storie” sono molte altre) vorrei consigliarvi I Combattenti, una riscrittura raffinatissima de Il duello di Conrad, nonché de I duellanti, il film che ne trasse Ridley Scott nel ’77 con Harvey Keitel e Keith Carradine. Nel volume delle “Storie” di Bonelli, Luigi Mignacco e Paolo Raffaelli ambientano la storia dell’infinito combattimento tra due pugili che si sfidano sotto le bombe e le macerie di una resistente Londra durante la seconda guerra mondiale. Se io fossi un produttore, ne farei un nuovo film, affidando magari la regia a Clint Eastwood. Portati dalle Storie, si potrebbe approfittare della pausa estiva per rileggere i libri da cui queste hanno tratto ispirazione, e direi che con Chandler, Conrad e Omero saremmo in ottima compagnia.

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