Marco Scotti
In settimana il nuovo ebook di Succedeoggi

I segreti di Amazon

Sta per uscire il nostro libro sulla resistibile ascesa di Jeff Bezoz, l'uomo che con il web ha cambiato le abitudini commerciali di mezzo mondo. Cominciamo a conoscerlo...

Come si costruisce un impero da oltre 74 miliardi di dollari? La ricetta perfetta è costituita da un’idea talmente semplice da sem-brare banale. È il caso di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon: secondo la rivista Forbes, ad aprile 2014 è il diciannovesimo uomo più ricco del con un patrimonio stimato in 30,1 miliardi di dollari. Ma come è nato il suo impero?

È il 1994, e il giovane Jeff viaggia dalla Grande Mela fino a Seattle, nello stato di Washington. All’inizio la società voluta da Bezos si chiama Cadabra. Dopo aver letto un report in cui si sosteneva che la crescita di internet sarebbe stata di circa il 2.300% all’anno, Bezos stila una lista delle cinque cose che si possono vendere meglio online: libri, cd, software, hardware e video. Il fondatore sceglie di gettarsi sul mercato dei libri. Ma, prima, bisogna cambiare nome alla sua creatura: Cadabra non è efficace. Che cosa può dare l’idea del flusso di titoli, della vastità dell’archivio e dell’enormità della libreria? Un fiume, un grande fiume dell’America Latina, il Rio delle Amazzoni. Ed ecco che si affaccia sulla scena della tecnologia Usa Amazon. Il sito Amazon.com viene lanciato ufficialmente nel 1995 e diviene immediatamente un punto di riferimento per gli appassionati bibliofili che abbiano abbracciato anche il fenomeno di internet. Nei primi mesi di attività Amazon vende in tutti i 50 stati, fatturando circa 20.000 dollari a settimana. E visto che l’attività inizia a rendere bene, meglio spostare la sede legale in uno stato che abbia un’imposizione fiscale meno pesante: il Delaware.

L’idea funziona, ma è il modello di business che non sembra convincere i potenziali investitori. Bezos, infatti, decide che per i primi anni l’obiettivo non è il profitto ma la costruzione di un meccanismo oliato che possa durare nel tempo. La collocazione azionaria sul Nasdaq, nel 1997, non ottiene grandi consensi ma la raccolta procede abbastanza bene. Nel 1999 la rivista Time lo elegge “uomo dell’anno” e lo mette sulla sua copertina. La rivoluzione di Amazon sta iniziando lentamente a farsi strada.

Da questo momento in poi l’ascesa è inarrestabile. Cambia il logo, che non è più un fiume, ma la faccia sorridente che siamo oggi abituati a vedere. Cambiano le offerte, nel senso che a mano a mano che il tempo passa il sito di Bezos si dota di ogni genere di prodotto, smettendo di dedicarsi solo a libri, musica e cinema, e ampliando la propria offerta quasi all’infinito. Oggi si possono acquistare vestiti e valigie, utensili per la cucina e gioielli. La scorsa estate, Jeff Bezos ha deciso di offrire anche un servizio di vendita di pezzi d’arte, che vanno da fotografie da poche decine di dollari fino a opere di Claude Monet valutate quasi 1,5 milioni di dollari. Un’offerta imbattibile che può essere realizzata proprio perché Amazon non è un’entità fisica, non ha bisogno di negozi, né di personale che sia capace di vendere. La forza sta in un piccolo motore di ricerca, creato appositamente per il sito, che si chiama Alexa, in grado di fornire risultati interessanti per ogni singolo utente. In questo modo, chiunque decida di acquistare un certo prodotto su Amazon, si vedrà consigliare anche prodotti analoghi che potrebbero interessarlo. Un fiume in piena, appunto, difficile da arginare e da delimitare.

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