Alessandro Boschi
Una strana polemica tra registi

Godard Vs Tarantino

Il grande regista francese insulta il "collega" americano. Che invece lo adora come un dio. È un problema antico, che riguarda le muse insoddisfatte e gli allievi (troppo) devoti

Jean-Luc Godard è un genio, e su questo – immagino – molti saranno d’accordo. Ma certo non è una persona accomodante, né tollerante, né tanto meno riconoscente. O almeno non lo è stato, ieri, con alcune dichiarazioni in proposito di uno dei suoi discepoli più devoti, Quentin Tarantino. Il quale lo adora al punto da aver chiamato la sua casa di produzione Bande à Part, il meraviglioso film girato da Godard nel 1964, che rappresenta una delle vette più alte della sua carriera, almeno per quello che riguarda il suo primo periodo di attività. Ebbene, il perfido Jean-Luc ha dichiarato quanto segue: Tarantino ne m’intéresse pas. C’est un faquin, un pauvre garçon, mais tant mieux s’il est heureux. Autrefois c’était le genre de personne que l’on détestait. Mais aujoud’hiu, on laisse aller. Traduciamo? Traduciamo: Tarantino non mi interessa. È un maleducato, un poveraccio, ma se a lui va bene così tanto meglio. Una volta sarebbe stato il tipo di persona che avremmo detestato. Ma oggi, va così. Niente male eh? Ora, siamo tutti d’accordo che di personaggi banali che dànno sempre risposte di circostanza ne abbiamo fin sopra i capelli, ma a noi pare che Godard abbia esagerato. Almeno un po’.

quentin tarantinoPerché un conto è parlare male dell’opera di una persona, un altro è buttarla, così almeno sembra, sul personale. Quel “faquin” è davvero pesante, sgradevole, ma soprattutto gratuito. A meno che il regista francese non abbia ricevuto offese altrettanto personali dal povero Quentin, cosa che ci sentiamo di escludere. E poi quel passaggio, che forse è il peggiore: “una volta sarebbe stato il tipo di persona che avremmo detestato”. Avremmo, quindi noi. Ma noi chi? Di cosa si sente investito il buon Jean-Luc? Di tutto il peso di un cotè culturale che detesta personaggi come il regista di Pulp Fiction? Non vi sembra appena appena snob? Ci verrebbe da dire che lo è nel senso di sine nobilitas, ma pare che non ci sia nessun fondamento in questa invenzione etimologica. E poi “una volta”. Che significa? Che adesso anche un poveraccio come Tarantino va bene? Che prima non lo avrebbero fatto entrare in nessun ristorante rispettabile? Ma per favore. Qui si sfiora il razzismo. Ci viene in mente, appunto, la brutta uscita di qualche giorno fa di un ex ministro che in un momento di evidente fuori giri ha apostrofato il suo (detestabile) interlocutore accusandolo di non aver finito gli studi e di non essersi laureato. C’è sempre qualcosa di detestabile quando qualcuno si arroga il ruolo di giudice, di colui che stabilisce categorie e se ne serve per criticare il prossimo. A Godard piace il cinema di Tarantino? Non lo sappiamo, immaginiamo di no, ma dalle sue parole si evince che è proprio lui a non piacergli.

Godard personaggio per forza? Non crediamo che abbia bisogno di questi mezzucci per far parlare di sé. Uno che può permettersi di fare un film come Adieu au langage e nonostante ciò essere accolto da applausi scroscianti che altro può chiedere alla vita? “Ma oggi va così”, caro Jean-Luc, come tu stesso ci ricordi. E a noi quest’oggi non va poi tanto male. Perché, come diceva Goethe, la realtà non è un granché, ma è l’unico modo che abbiamo per afferrare la vita.

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