Eleonora Negro
Fino al 6 aprile all'Eur

Tokio a Roma

A Roma c'è un piccolo angolo di Giappone che a inizio primavera fiorisce e ospita turisti e amanti del pic-nic. Per rinnovare un'antica tradizione orientale, quella dell'«Hanami»

Come ogni anno, il “miracolo” dei Sakura si ripete. Da fine marzo, per quasi tutto il periodo primaverile, il Giappone si veste a tinte bianche e rosa e profuma di primavera. Turisti, cittadini, romantici, curiosi, con grande fermento e attesa, affollano i giardini delle città di tutto l’arcipelago per ammirare lo sbocciare dei Sakura, gli alberi di ciliegio, antico simbolo dell’onore nazionale, della cultura e metafora della vita per i giapponesi. L’Hanami (l’osservazione dei fiori), è il tradizionale rito con il quale si contempla lo splendore della fioritura dei Sakura, così breve e delicata da diventare il volto della fugacità e della fragilità del vivere umano.

Non esiste una data precisa in cui questo evento si mostra nella sua pienezza, perché si sa, non esistono regole convenzionali in natura. La fioritura, nel vasto Giappone, varia anche secondo la latitudine, così che nelle gelide città del Nord i ciliegi fioriscono con ritardo rispetto al Sud. Indicativamente nelle città di Tokyo e Kyoto i Sakura si mostrano in tutta la loro vitalità tra l’ultima settimana di Marzo e la prima di Aprile, mentre nella città nordica di Hokkaido si fanno attendere anche un mese in più. Quella dell’Hanami è una tradizione legata alla venerazione della Terra, alla semina del riso e alla divinazione del raccolto, così che l’efflorescenza diventa metafora di prosperità e rinascita. Il meraviglioso avvento della fioritura è però seguito, con esilarante immediatezza, dal malinconico cadere dei petali, richiamo alla precarietà dell’esistenza e fugacità della gloria. Per questo i Sakura incarnano, naturalmente e senza sforzi di ruolo, la filosofia dei guerrieri nipponici, capaci di sopportare fino ad accettare anche il sacrificio estremo.

La leggenda vuole che la pianta di ciliegio in origine avesse i fiori bianchi. Un imperatore fece seppellire sotto ad alcuni ciliegi i samurai caduti in battaglia, così i petali dei fiori si tinsero di rosa assorbendo il sangue degli eroi. Forti, dignitosi, i Sakura sono vivi nel pensiero, nella tradizione e nel cuore di ogni nipponico. Fioritura e rinascita si lasciano osservare unite alla bellezza del carattere effimero di questi alberi dall’animo nobile e magico.

chidorigafuchiNon esiste un metodo scientifico per osservare la natura in rinascita, ma l’esperienza e la suggestione cambiano a seconda che i Sakura si osservino da lontano o da vicino. Da lontano appaiono come un groviglio di nuvole bianche e soffici trascinate dal vento, ma occorre avvicinarsi, fino quasi a sdraiarsi ai loro piedi, per conoscere i dettagli e stupirsi della bellezza di ogni singolo fiore. Un tetto rosa ai nostri pensieri. E se si è fortunati,magari, leggere folate di vento potrebbero generare una vera “pioggia profumata” sui nostri corpi rilassati… respirando Primavera.

Molti sono i luoghi che si prestano da palcoscenico per questo che è uno degli spettacoli più attesi in Oriente. A Tokyo, ottimi punti di osservazione sono: Il parco Ueno, dove migliaia di persone si affollano fin dall’alba nei giorni più indicati per lo spettacolo; il Parco Chidorigafuchi, vicino al santuario Yasukuni, dove si possono noleggiare i pedalò per deliziare della vista dei Sakura dal corso d’acqua che circonda il palazzo dell’Imperatore.

I romani un po’ di fortuna l’hanno nel sangue e per godere di tanta meraviglia non hanno per forza bisogno di volare in Giappone. Nel 1959, l’allora primo ministro giapponese, Nobusuke Kishi, regalò a Roma 2500 Sakura in fiore piantati nel parco del laghetto dell’Eur in occasione dell’inaugurazione della “passeggiata del Giappone”; simbolo di unione e fratellanza tra i due popoli. Ed è in questo piccolo angolo verde di paradiso che anche quest’anno, con un po’ di clamore in più, si festeggia l’Hanami, in casa nostra. Un evento, tra il 22 Marzo e il 6 Aprile, che non solo celebra una tradizione che tanto ci affascina, ma che costituisce oggi un forte elemento di coesione sociale, mai più necessaria di adesso. La tradizione prevede, infatti, che si trascorra del tempo, semplicemente un po’ del nostro tempo prezioso, sotto i ciliegi, consumando un vero e proprio pic-nic in compagnia di amici o parenti, possibilmente in Kimono e Yukata. Basterà comunque prendere un telo azzurro, lasciare gli orologi a casa, sdraiarsi sotto i Sakura “romani”, chiudere gli occhi, lasciare il Mondo fuori e “assaggiare” un pizzico di oriente, una boccata di vita. È primavera!

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