Alessandro Boschi
Visioni contromano

Povero sesso cinefilo

Dopo mesi di battage pubblicitario, esce «Nymphomaniac» di Lars Von Trier. Un film senza capo né coda: una presa in giro, perfetta per attrarre i pornografi vergognosi

Parafrasando Frankenstein Junior potremmo dire che può sempre andare peggio. Ad esempio può toccarti, come ci tocca, parlare di un regista farlocco, simpaticamente cialtrone (con un unico buon film alle spalle, L’elemento del crimine), in arrivo nelle nostre sale con questo Nymphomaniac. Del quale, va detto ad onore della macchina promozionale, si parla da mesi, da quando cioè venne alla luce al Festival di Berlino. Va detto anche che molto si potrebbe dire, molto si è detto e molto si dirà, di codesto attrezzo. Perché l’argomento, i temi, le declinazioni e la struttura (quattro capitoli il primo volume e tre il secondo) concedono molto al cinefilismo spinto, molto meno al cinema e allo spettatore. Questo film fa parte di quella che è stata definita la trilogia della depressione, iniziata con Antichrist (terrificante) e proseguita con Melancholia (non terrificante). E in effetti se dopo avere visto questi tre film vi rimanesse ancora voglia del cinema di Lars Von Trier vorrebbe dire che siete pronti a qualsiasi prova. Anche all’autoflagellazione.

nymphomaniac3Il cinema del, chiamiamolo così, autore danese, è una colossale presa in giro, che come tale funziona alla grande. Oddio, alcune cose buone le ha pure fatte, ad esempio il monumentale The Kingdom o il già citato L’elemento del crimine. E anche, lo ammettiamo, la tirata di Uma Thurman moglie tradita in Nymphomaniac: davvero notevole (nella foto qui accanto). Ma il resto è poca cosa. Specchietti per le numerose allodole, perlopiù. Gli è che uno come il Lars intriga molto, con quella vita lì, con quei genitori lì, e con quelle depressioni e fobie lì. Insomma, il personaggio c’è, l’autore un po’ meno. Ma non è il solo caso, e non sarà nemmeno l’ultimo. Anche perché magari egli è il migliore, e magari siamo noi a non averci capito nulla. Anzi. Chissà se il nostro ne è consapevole, se si fa delle grasse risate alle nostre spalle.

Comunque in questo Nymphomaniac, grazie al quale abbiamo appreso che con tutti i prepuzi tagliati nei secoli dei secoli si coprirebbe la distanza tra la Terra e Marte andata e ritorno, c’è un divertente parallelo tra la pesca e il sesso, tra le varie tecniche e le varie tattiche. Questo ci sembra molto emblematico, persino rivelatore, perché come abboccano (quasi) tutti alla lenza di Lars Von Trier è davvero sorprendente.

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